Il Fiorino bianco

Trent'anni fa a mio padre fu regalato un Fiorino bianco da un suo amico pescivendolo.
All'epoca non giravano molti soldi nella mia famiglia e ci si adattava alla bene e meglio con quello che si riusciva a raccattare. Me ne fregavo della puzza di pesce che avvolgeva quel furgoncino, perché vedere mio padre contento alla guida mentre mi portava a scuola era tutto quello che volevo.
Io e lui, il mio amico e compagno di giochi, insieme, cantando sulle note di "Perdere l'amore" di Massimo Ranieri, che proprio in quei giorni vinceva al Festival di Sanremo.
Eravamo felici perché finalmente si stava intravedendo un barlume di speranza tra il lavoro appena avuto da mia madre e quello di mio padre, che era tornato al cantiere da nonno. C'era anche la casa nuova, dove eravamo andati ad abitare da poco. A volte vorrei far iniziare la storia della mia famiglia proprio dal 1988. Cancellare i periodi della Magliana e di Marconi. Non per i quartieri, che adoro e che ancora oggi frequento, ma per quello che era in quel periodo mio padre. Per me la mia vita con lui inizia proprio da quel Natale 1987, in cui mia madre gli regalò le chiavi della casa che ci avevano appena consegnato. Eravamo tutti attorno a quel tavolo. Tutti i miei nonni e la mia zietta preferita. Sinceramente ricordo poco i giocattoli ricevuti quell'anno. L'unica cosa che contava per me era vedere mia madre e mio padre contenti, anche se andavamo a vivere in una camera e cucina. Era finalmente casa nostra. Ed era finalmente tornato il mio papà. 

Ciao Francesco

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